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Il manifesto del lobby non olet

Aggiornamento: 6 lug 2023

Articolo pubblicato su Il Riformista in data 25 marzo 2022.

Di Mariella Palazzolo.

In questi giorni è in discussione al Senato il disegno di legge sulla rappresentanza degli interessi. È un fatto positivo perché riconosce di fatto che il lobbying è un’attività essenziale della democrazia e che, grazie ad esso, le Istituzioni possono fare le proprie scelte politiche e regolatorie in modo più consapevole. Insomma, più lobby, leggi migliori.

Il DDL Lobbying ha anche il pregio di dare dignità alla figura del lobbista. Su questo versante, noi di Telos A&S siamo impegnati da tempo con la serie di video interviste dal titolo “Lobby non olet”, la lobby non puzza. Nell’ultima puntata, abbiamo intervistato Francesco Clementi, professore di diritto pubblico comparato all’Università di Perugia, il quale ha precisato cosa non è il lobbista, per spazzare via, ancora una volta, pregiudizi e cattive interpretazioni: “Non è un esperto in mercanteggiamenti, un campione di apericena o una figura che, dietro le colonne, cerca di suggerire soluzioni giuridiche. Non è questo”.

Il DDL è un ottimo inizio, ma può essere migliorato. Insieme a un gruppo di professionisti del settore, abbiamo firmato un manifesto per fare in modo che rispecchi meglio lo scopo per il quale è stato creato: garantire la piena trasparenza della professione, ma anche del lavoro delle Istituzioni, che spesso tanto trasparente non è. Per una volta, stiamo facendo i lobbisti di noi stessi, e il nostro intento non è allargare le maglie per permetterci maggiore libertà. Tutt’altro! L’obiettivo è rendere il testo della legge più preciso, chiaro e rappresentativo della realtà del settore, per fare sì che le regole che stabilisce possano essere seguite in modo corretto e verificabile. Più una norma è precisa, più è facile da ottemperare, e più è facile individuare chi non lo fa. La vaghezza è la migliore amica di chi vuole sfuggire alle regole.

Il manifesto è fatto di sei richieste. Ne cito solo due, quelle che affrontano i temi a mio avviso più critici. Chiediamo di includere l’obbligo di registrazione nell’elenco dei lobbisti di organizzazioni come le associazioni di categoria, imprenditoriali, i sindacati, degli enti pubblici, nazionali e territoriali. Anche loro sono portatori di interesse e svolgono attività di rappresentanza. Chiediamo maggiore trasparenza sul processo decisionale. Questo si traduce nella possibilità che gli iscritti al Registro dei portatori di interesse siano coinvolti nei lavori preparatori per l’elaborazione delle norme attraverso uno strumento importantissimo, quello della consultazione pubblica. Ma che sia obbligatorio per le Istituzioni aprire la consultazione, non una concessione fatta così, a piacere e una tantum…

Ho sottoscritto il manifesto perché credo sia un passo significativo per affermare e dimostrare che la lobby non puzza. Lobby Non Olet!

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