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Le società di lobbying in Italia: dati economici e livello di trasparenza

Aggiornamento: 9 dic 2022

Introduzione


Le cosiddette lobbying firm, le agenzie specializzate e società di consulenza nel settore delle relazioni istituzionali e del public affairs, sono una realtà anche nel nostro Paese come avviene da decenni in altri Paesi, soprattutto anglosassoni. Non è più il tempo del singolo, del facilitatore di relazioni, spesso personali, col potere politico e regolatorio: non lo consentono la crescente complessità tecnica ed economica dei dossier e l’impatto della digitalizzazione sui mezzi di comunicazione.

Questo settore, nato in modo strutturato circa vent’anni fa, riunisce società di consulenza che mettono in relazione il portatore di interesse per cui operano (azienda, associazione, ente, etc.) con il decisore pubblico, le istituzioni e le autorità di regolazione che definiscono le policy di riferimento a livello locale, nazionale e sovranazionale.

Il lobbying, cioè l’attività di sollecitazione e persuasione messa in atto, ha sempre come soggetto destinatario dell’influenza il c.d. policy maker, cioè colui che possiede un potere decisionale che ha una portata generale ed astratta.

Il lessico giornalistico e politico è solito utilizzare la parola lobby come sinonimo di poteri occulti, pressioni e ingerenze del mondo privato nel mondo pubblico e il lobbista è… un faccendiere. I trend del mercato mostrano una fotografia diversa e l’attività di public affairs, oggi viene sempre più considerata come funzionale al corretto andamento della “cosa pubblica”.


Il continuo aumento del volume di affari della consulenza in public affairs, più che raddoppiato dal 2016, può essere ricondotto a una serie di fattori, tra cui:

- sempre più aziende nazionali e internazionali richiedono il supporto nelle relazioni istituzionali a società che abbiano livelli di trasparenza e metodologia di lavoro certificate, per evitare qualsiasi problema reputazionale;

- l’iper-regolazione dei mercati richiede competenza della tecnica regolatoria e la conoscenza del mercato che possono offrire solo esperti di settore e società strutturate, piuttosto che le tradizionali doti relazionali dei lobbisti vecchio stile;

- le recenti crisi (pandemia, guerra in Ucraina, Crisi energetica) hanno acuito la necessità per le imprese di essere aggiornati sulle evoluzioni normative per avere un’immediata analisi di impatto sui singoli mercati o servizi offerti.


La convinzione nella crescita di questo mercato è dimostrata anche dal crescente numero di aziende che si aggregano, spesso sono le aziende che operano nella comunicazione tradizionale che si spostano sulle relazioni istituzionali, senza considerare le società di consulenza strategica e i think tank.


Premessa metodologica


Le fonti utilizzate sono quelle pubblicamente disponibili: bilanci societari, registro camera deputati, siti aziendali rielaborati da BOCG (società di revisione, fiscale e strategia aziendale).

Questa analisi è stata redatta mappando le 42 principali società di public affairs in Italia e analizzando le 36 che hanno pubblicato i bilanci in entrambi gli ultimi due anni.

Sono state tenute in considerazione le società:

· che hanno presentato il bilancio d’esercizio 2021;

· che risultano iscritte ai registri dei rappresentanti di interessi della Camera dei Deputati e del Parlamento europeo.


I dati inerenti alle attività svolte dalle società, l’attività prevalente, la presenza di codice etico e di eventuali certificazioni sono stati estrapolati in base alle informazioni presenti sui siti web delle singole società.


Il mercato delle società specializzate in Public Affairs


Le società che dichiarano di avere i servizi di lobbying e advocacy (singole campagne di public affairs) come attività prevalente, nel 2021 dichiarano un fatturato che complessivamente arriva oltre 43 milioni di euro.

Il trend del mercato mostra una forte crescita, con le stesse aziende che vedono incrementati i ricavi complessivi rispetto ai 35.9 milioni di euro del 2020.

La pandemia da Covid-19 ha stravolto diversi settori ma sembra non aver inciso particolarmente nel lavoro delle società di consulenza di public affairs, le quali evidentemente si sono rapidamente adattate alle nuove tipologie di lavoro.

Tra il 2020 e il 2019 i dati aggregati delle aziende mostrano una crescita del 12%, con il totale dei fatturati che nel 2019 si attestava intorno ai 32 milioni di euro.


Fatturato (€/milioni) annuo totale delle società che dichiarano di avere i servizi di lobbying e advocacy come attività prevalente

Crescita che sembra ancor più significativa se paragonata ai valori di 6 anni fa, quando il volume di affari delle società del settore si aggirava poco sopra i 18,3 milioni di euro.

Significativo anche il consolidamento di tale società: nel 2016 il patrimonio netto totale ammontava a poco più di 4,2 milioni di euro, nel 2021 ha raggiunto i 13,6 milioni.

Quasi tutte le principali società si trovano a Roma, centro della politica italiana, operando a stretto contatto con Parlamento, Governo, Sottogoverno, segreterie tecniche, le Autorità indipendenti e l'Antitrust.



La maggior parte sono società di piccola dimensione per cui la forma giuridica maggiormente rappresentata è quella della società a responsabilità limitata (83%), con una lieve presenza di società per azioni (9%) e una ancora minore di SAS e SRL a capitale ridotto (4% ciascuno). Benché ci sia la tendenza ad aumentare gli organi di amministrazione delle società, il 48% delle aziende ha un amministratore unico, mentre sono ancora poche quelle con un Consiglio di Amministrazione e l’organo di vigilanza.


La trasparenza della rappresentanza di interessi: il registro della Camera dei Deputati


A livello parlamentare, l’ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati ha istituito dal 2017 un registro per coloro i quali intendono svolgere attività di influenza verso i deputati.

All’interno del registro online devono essere descritte le azioni da compiere specificando i membri da incontrare. Agli iscritti è consegnato un tesserino per poter accedere ai palazzi della Camera (escluso il Transatlantico).

DI seguito l'elenco delle principali società di consulenza nel public affairs, iscritte al registro dei portatori di interesse della Camera dei Deputati in ordine di fatturato.



Fonte: registro Camera deputati, bilanci societari

Il settore è quindi molto frammentato: infatti tra le società iscritte al registro della Camera sono soltanto nove ad aver superato il milione di euro di fatturato sia nel 2021 che nel 2020.

La società Cattaneo & Zanetto si conferma leader per il terzo anno consecutivo, superando nel 2021 i dieci milioni di euro.

Seguono FB& Associati e Utopia Lab s.r.l. che hanno fatturati in crescita intorno ai cinque milioni di euro, seguite da Open Gate Italia che è tra le società “storiche” del settore e segue il trend positivo. Dini e Romiti Consulting e Consenso Europa Srl due società con soli 2 anni di attività ma che sono cresciute molto rapidamente.

Superano il milione di euro Nomos Centro Studi Parlamenatri Srl, Telos A&S Srl e Consenso Europa Srl.


Di seguito una tabella che riporta il tasso di crescita in rispetto al 2020: si nota che le società di più piccole dimensioni tendono a decrescere.



*società di nuova creazione

Infine, è utile un’analisi di confronto tra fatturato, utile, e patrimonio netto, un dato che illustra la solidità aziendale:




Lobbying e comunicazione: un rapporto sinergico


Nel registro italiano dei portatori di interesse non vi sono solamente società di lobbying ma sono presenti anche agenzie che integrano alle attività di comunicazione, il core business dell’azienda anche public affairs.

Considerando entrambi i segmenti, il mercato è in forte espansione, nel 2021 ha fatto registrare circa 100 milioni di euro sommando le principali agenzie di lobby a quelle di comunicazione iscritte al registro di trasparenza della Camera dei Deputati. Il dato paragonabile alle società del settore censite nel 2016 parlava di un volume d’affari totale pari a 45 milioni di euro, il che sottolinea come il mercato sia più che raddoppiato negli ultimi sei anni.

Si riporta quindi una tabella complessiva delle società iscritte al registro, che sui rispettivi siti web inseriscono anche la comunicazione tra le attività svolte (in neretto quelle per cui la comunicazione è l’attività prevalente):



*include rivendita di servizi

Il lobbying nelle istituzioni europee


L’attività legislativa oltre al livello nazionale, viene anche dalle Istituzioni europee.

Le azioni di lobbying vengono sempre più effettuate a livello comunitario e sono ormai molte le società di public affairs di dimensione sovranazionale che hanno sedi a Bruxelles, che è di fatto la capitale del lobbying europeo dove hanno uffici molti lobbisti in house (che rappresentano unicamente la società per cui lavorano e gli interessi di questa), Organizzazioni non Governative, Think Tank, Organizzazioni religiose e organizzazioni di rappresentanza territoriale.

l sistema istituzionale dell’UE tende a favorire questo settore in quanto, a livello dei singoli Stati membri, i partiti non sono ancora totalmente in grado di aggregare le proprie tematiche in chiave europea e, al contempo, i governi non riescono a gestire in toto il processo decisionale dettato da un sistema sovranazionale

La sopranazionalità dell’ordinamento implica un’assoluta necessità di mediazione tra attori politici ed economici, trattando quasi sempre tematiche tecniche che richiedono competenze specifiche. Si riporta una tabella con le agenzie italiane iscritte al registro europeo dei portatori di interesse e che quindi presumibilmente lavorano anche su Bruxelles:




Il valore della trasparenza: i benefici della regolamentazione


In tutti i sistemi democratici, persino in quelli che hanno regolamentato al meglio il fenomeno lobbistico, resta labile il confine tra pressione e traffico di influenze, tra leva economica e finanziamento illecito, tra lobbying e corruzione.

La differenza di percezione tra la realtà italiana e quella degli altri Paesi è uno dei principali motivi per cui il nostro ordinamento persiste una situazione di deregolamentazione che naturalmente porta ad una quasi totale mancanza di trasparenza.

Ciò non significa che non vi sia una responsabilità morale che leghi gruppi di pressione, compagnie, decisori pubblici e stakeholders. Il filo conduttore resta la questione di fiducia che intercorre tra gli attori, che assume maggiore importanza se analizzata sotto un’ottica reputazionale.

Dove non arriva la regolamentazione, è la questione reputazionale a dettare la linea. Non è quindi un caso che tutte le maggiori società di lobbying e Public Affairs si siano dotate internamente di codici etici.

All’interno dei codici etici è possibile individuare una serie di divieti, come quello di offrire, promettere o concedere a terzi, direttamente o indirettamente donativi benefici o altre utilità, ammettendo però liberalità nei confronti dei partiti, conformemente alla normativa in materia di erogazioni a soggetti politici. I rapporti instaurati devono essere sempre tenuti nel rispetto delle norme vigenti in materia di prevenzione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione, seguendo i principi di correttezza e trasparenza.

Di seguito una tabella che riporta quali, tra le principali società iscritte ai registri dei portatori di interessi, si sono dotate di un codice etico, siano compliance con il modello 231 o con la certificazione ISO9001:



*Rispetto alle informazioni riportate sui siti web aziendali

Il ventaglio dei servizi offerti: la specializzazione è un vantaggio competitivo?


La rapida espansione del mercato ha portato ad una maggiore specializzazione dei servizi offerti dalle società.

Il lobbying fa ormai parte di un ventaglio di attività complementari offerte dalle agenzie di public affairs, le quali operano integrando servizi di comunicazione istituzionale e di affari regolatori.

Di seguito si riporta una tabella contenente tutte le attività riportate sui siti delle principali agenzie, iscritte al registro italiano e al registro europeo dei portatori di interesse.


Per scaricare il report:

Report Società Lobbying
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